Nuova codifica ATECO 2025: ecco cosa è cambiato e come muoversi

L'introduzione della nuova codifica ATECO 2025 nasce dalla necessità di identificare con precisione ogni tipo di attività economica. Si tratta di una lista di combinazioni alfanumeriche che servono a inquadrare un soggetto (persona fisica o giuridica) sotto il profilo fiscale, previa registrazione sul sito web o in una delle sedi dell'Agenzia delle Entrate. Chi apre un'impresa, quindi, deve scegliere almeno 1 sequenza di numeri e lettere e inserirla al momento dell'attribuzione della partita IVA.

Visto l'avvento di nuovi tipi di aziende e figure professionali di recente inserimento nel mercato del lavoro, l'Istat ha ritenuto opportuno non limitarsi a un aggiornamento dei tabulati preesistenti, ma rielaborarli ex novo tenendo conto dell'alto numero di variazioni. La modifica è in vigore dal 1 gennaio 2025 e, a decorrere dal 1 aprile c.a., è operativa.



Al fine di fornire delle linee guida ai contribuenti l'AdE ha messo a disposizione la Risoluzione 24/E dell'8/04/2025, nella quale sono indicate modalità di verifica e di comunicazione dei nuovi codici. Per chiarire ogni dubbio noi di Aziende.it abbiamo elaborato una guida sull'argomento.



Codifica ATECO 2025, come gestire il passaggio dai vecchi ai nuovi tabulati


La piattaforma dell'Istat ha pubblicato delle tabelle (chiamate tavole di raccordo) che permettono di trovare le corrispondenze bidirezionali tra gli ultimi codici e quelli relativi alla versione ATECO 2007 aggiornata al 2022. In tale frangente occorre distinguere più casi:


sostituzione di una vecchia combinazione alfanumerica con una nuova
• più diciture del 2007 raggruppate in un solo codice
più attività derivate da un'unica sequenza
spostamento del profilo in un'altra area
• integrazione di mestieri mai codificati prima.


Per una ricerca agevole basta scaricare il documento dalla piattaforma (dalla sezione "Strumenti per l'implementazione operativa"), inserire la vecchia combinazione sul foglio Excel fornito dall'Istat e premere Invio. In questo modo si troveranno tutte le relazioni possibili.

Sostituzione di una combinazione alfanumerica con un'altra nuova


Si tratta del caso più semplice: un nuovo codice ATECO subentra al posto di una vecchia sequenza. La nomenclatura può subire leggere modifiche, ma il senso di quanto è riportato non cambia rispetto alla versione precedente.

Più diciture raggruppate in un solo codice


Alcuni profili tributari sono confluiti in un'unica dicitura. In altre parole, adesso esiste una sola sequenza ATECO per più attività riconosciute come distinte fino al 2022, con dicitura variata.

Più attività derivate da un'unica sequenza


Tale situazione rappresenta il contrario del caso precedente: a una vecchia combinazione alfanumerica potrebbero corrisponderne di più (anche 4 o 5), associate a nuove nomenclature e ad altrettanti profili fiscali.

Spostamento del profilo in un'altra area


In seguito a un'accurata valutazione, l'Istat ha riportato alcuni nuovi codici in sezioni differenti rispetto alla versione precedente ATECO. L'Istituto Nazionale di Statistica ha ritenuto opportuno associarli a profili fiscali più appropriati, con variazioni più o meno significative delle diciture.

Integrazione di mestieri mai codificati in precedenza


Si tratta di codici e nomenclature inedite, relative a professioni o incarichi mai trascritti prima. È il caso di molte attività online, per le quali i tabulati ATECO non fornivano indicazioni o, al massimo, le davano in modo generico.

Dove compare la nuova combinazione ATECO?


I codici validi a partire dal 1 aprile 2025 compariranno sui documenti camerali (visure, certificati e fascicoli in primis) reperibili dal portale della Camera di Commercio oppure da piattaforme abilitate come Aziende.it. Per un periodo (ancora non definito con precisione) i file riporteranno la vecchia e la nuova sequenza insieme, con le relative diciture.

Le imprese registrate dopo il 31 marzo a.c. avranno come riferimento le nuove tabelle Istat, pertanto adotteranno i più recenti criteri di classificazione. In questo caso la documentazione CCIAA riporterà soltanto la codifica ATECO 2025

Codici ATECO 2025, come avviene la variazione


La transizione dalla codifica ATECO 2007 agg. 2022 a quella del 2025 è stata fatta d'ufficio dalla Camera di Commercio (quindi per le attività presenti nel Registro delle Imprese o nel Repertorio Economico Amministrativo prima del 1/04/2025) e comunicata da quest'ultima alle aziende.

Vale lo stesso discorso per i soggetti non iscritti alla CCIAA, per i quali la variazione è visibile previo accesso al proprio Cassetto Fiscale. Pertanto l'utente non deve inoltrare alcuna richiesta per un nuovo codice alfanumerico, ma verificare le modifiche effettuate su R.I., REA o piattaforma dell'Agenzia delle Entrate.

Tuttavia, la nuova assegnazione potrebbe non rispecchiare il profilo fiscale in maniera adeguata. Se così fosse, basta richiedere una rettifica gratuita dal 15 aprile al 30 novembre a.c., previa compilazione di una dichiarazione di variazione dati da inoltrare secondo le modalità previste.

A tale scopo, i soggetti iscritti alla Camera di Commercio possono usare ComUnica di Unioncamere, mentre quelli che non lo sono (ad esempio i liberi professionisti) devono utilizzare uno dei seguenti moduli disponibili sul website dell'AdE:


AA5/6 per soggetti non obbligati all'apertura di partita IVA, differenti da persone fisiche
AA7/10 per organizzazioni con personalità giuridica (enti, associazioni, società)
AA9/12 per persone fisiche (imprese individuali, lavoratori autonomi, liberi professionisti, artisti)
ANR/3, riservato ai non residenti in Italia.


L'invio delle dichiarazione con inserimento del nuovo codice diventa obbligatorio contestualmente a comunicazioni successive al 1/04/2025 relative ad altri tipi di modifiche e in tutte le situazioni in cui fosse esplicitamente richiesto.

Casi in cui è ammessa la rettifica ATECO


Non tutti possono inoltrare la domanda di modifica del codice. Ecco i requisiti per effettuare il cambio:


• esistenza di una corrispondenza multipla a partire dal 2025 (da una a più combinazioni)
• possesso di una PEC registrata alla CCIAA
riclassificazione completata per tutte le filiali
• imprese in attività
• assenza di procedure concorsuali
prima richiesta di rettifica ATECO
• nessuna dichiarazione di variazione dati inviata dopo la riassegnazione automatica.


La richiesta può essere inoltrata soltanto una volta per azienda, incluse quelle con più localizzazioni in altre province e regioni. È importante, quindi, farsi aiutare da un esperto in materia fiscale.

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